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Bibite “ZERO”, dolcificanti e rischi per la salute


Salute & Benessere. Rubrica fissa su temi di interesse medico a cura del Dott. Accursio Miraglia

Bibite “ZERO”, dolcificanti e rischi per la salute

Da diversi anni ormai impera la moda dello “Zero”, ossia l’idea, spesso fuorviante, che alimenti e bevande edulcorati con dolcificanti artificiali siano meglio di quelli contenenti zucchero. Premesso che tutti gli alimenti e bevande contenenti zucchero sarebbero da assumere con cautela, il fatto che siano invece dolcificati con sostanze alternative non è necessariamente sinonimo di sicurezza per la salute. Anzi, come evidenziato da uno studio, i problemi possono essere diversi. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Toxicology and Environmental Health, i ricercatori del Duke University Medical Center riportano i risultati di uno studio in cui si evidenziano gli effetti collaterali di uno dei principi attivi contenuti in un popolare dolcificante: il sucralosio (o E955). Secondo quanto scoperto dai ricercatori il sucralosio può limitare gli effetti di alcuni farmaci, alterare la flora batterica intestinale benefica e alterare la secrezione ormonale.

Lo studio, condotto su modello animale, ha inteso osservare e confrontare gli effetti del sucralosio (1,1%), il glucosio e le maltodestrine. Ai topi utilizzati per la ricerca è stato somministrato il dolcificante artificiale per un periodo di 12 settimane. Dopo di che sono state eseguite delle analisi che comprendevano l’analisi batterica dei campioni fecali e la misura del pH fecale.

I risultati hanno evidenziato che il dolcificante artificiale aveva causato vari effetti avversi nei ratti, tra cui una riduzione della microflora fecale benefica, un aumento del pH fecale e un aumento dei livelli di espressione di P-gp, CYP3A4 e CYP2D1, che sono noti per limitare la biodisponibilità dei farmaci somministrati per via orale.
«Alle concentrazioni tipicamente utilizzate in alimenti e bevande, il sucralosio elimina i batteri benefici nel tratto gastrointestinale, con un minore effetto sui batteri patogeni -scrive la dott.ssa Schiffman, coordinatrice dello studio-. La maggior parte dei consumatori non sono a conoscenza di questi effetti, perché non vi è nessuna etichetta di avvertimento sui prodotti contenenti sucralosio».

Gli scienziati hanno anche dichiarato che la modifica nell’equilibrio dei batteri gastrointestinali è stata associata a un aumento di peso e obesità. A livelli elevati, poi, il sucralosio causerebbe anche danni al DNA. E, sempre secondo i ricercatori, questi effetti biologici si verificano con l’assunzione del sucralosio ai livelli attualmente approvati dalle agenzie di regolamentazione per l’uso nella catena alimentare.

E se detti problemi si verificano già quando si sta nei limiti consigliati, cosa accade se si superano questi livelli, come quando non ci si limita nell’assumere un prodotto edulcorato artificialmente? La risposta è facilmente prevedibile, e forse sarebbe il caso che si iniziasse a cercare delle alternative dolcificanti che siano più sicure e più dolci per la salute.

Ma come la pensano all’ANPROD, l’Associazione Nazionale Produttori di Dolcificanti?
«A oggi – replica Giorgia Rossi, portavoce di ANPROD – dopo più di 110 studi condotti in circa 20 anni di ricerca, dopo numerosi verifiche, riesami, summit come quello che ha avuto luogo proprio qui in Italia, nel 2012 dove i più importanti scienziati esperti di sicurezza alimentare, salute e nutrizione del mondo hanno riaffermato la sicurezza dei dolcificanti a basso o nullo contenuto calorico, inclusa quella del sucralosio definendoli “totalmente sicuri”, le principali Autorità per la sicurezza alimentare del mondo, dall’FDA all’EFSA, autorizzano l’utilizzo del sucralosio che è di fatto consumato da milioni di persone anche come valido aiuto per chi soffre di diabete e per chi ha problemi legati al peso».