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Catania. La Procura sequestra nave Aquarius: l’accusa è di avere gettato rifiuti pericolosi in 11 porti italiani


La procura di Catania, per la SOS Mediterranee è diventata un incubo, i pm della città etnea, hanno sequestrato la nave Aquarius: l’accusa è di “illecito smaltimento dei rifiuti accumulati durante le attività di salvataggio in mare”. 24 gli indagati

L’inchiesta dei pm Catanesi, che ha portato al sequestro preventivo della nave Aquarius, – attualmente nel porto di Marsiglia – e di 460mila euro, ha accertato che dalla nave sono stati gettati in ben 11 porti italiani: Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania e Messina in Sicilia, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro in Calabria, Napoli e Salerno in Campania, Brindisi in Puglia, rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, scaricati in maniera indifferenziata come se fossero rifiuti urbani. Tra i rifiuti scaricati la procura indica anche gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica.

Secco il commento del Ministro Matteo Salvini: “Ho fatto bene a bloccare le navi delle ONG, ho fermato non solo il traffico di immigrati clandestini ma, da quanto emerge, anche quello di rifiuti”.

L’indagine portata avanti da Guardia di Finanza e Polizia, coordinata dalla Procura di Catania, nei confronti della Ong Medici Senza Frontiere e di due agenti marittimi, avrebbe accertato uno smaltimento illecito in 44 occasioni per un totale di 24mila kg di rifiuti. 24 Gli indagati che secondo l’accusa, a vario titolo, avrebbero “sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo della Vos Prudence e dell’Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco dei migranti in 11 porti”.

L’accusa di traffico illecito di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, riguarda non solo l’Aquarius, per il periodo da gennaio 2017 a maggio 2018, ma anche la Vos Prudence, la nave utilizzata dalla Ong tra marzo 2017 a luglio 2017 e nel registro degli indagati – con l’accusa di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti” – sono finiti, oltre ad alcuni membri dell’organizzazione, anche il Centro operativo di Amsterdam che gestiva l’Aquarius e il Centro operativo di Bruxelles, che invece ha gestito e finanziato le missioni di soccorso della Vos Prudence. I due Centri hanno personalità giuridica e autonomia organizzativa e rispondono in base al decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Tra gli indagati figurano due agenti marittimi Francesco Gianino e Giovanni Ivan Romeo, che secondo i pm concordavano “sistematicamente” lo smaltimento illegale dei rifiuti – 37 volte per l’Aquarius e 7 per la Vos Prudence – “eludendo i rigidi trattamenti imposti dalla loro natura infettiva”, oltre ai centri operativi di Amsterdam e di Bruxelles di Msf, tra cui il comandante e il primo ufficiale dell’Aquarius, il russo Evgenii Talanin e l’ucraino Oleksandr Yurchenko.

A questi si aggiungono 8 membri di Msf: il vice capo missione Italia di Msf Belgio Michele Trainiti, il vice coordinatore nazionale nazionale e addetta all’approvvigionamento della missione Italia di Msf Belgio Cristina Lomi, il liaison Officer di Mas Belgio Marco Ottaviano, i coordinatori del progetto Sar Aquarius di Msf Olanda, Aloys Vimard e Marcella Kraaij, il coordinatore logistico di Aquarius Joachim Tisch, il delegato alla logistica a bordo della nave Martinus Taminiau e il coordinatore del progetto a bordo della nave, l’inglese Nicholas Romaniuk.