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Cento ricci di mare “pagati” 4 mila euro: beccati pescatori di frodo e scatta la multa


Molti ignorano che dal 1° maggio al 30 giugno, esiste una legge che vieta la pesca del gustoso riccio di mare, che è una specie protetta dalla normativa comunitaria e per i trasgressori… multe salate

Alcuni bagnanti ieri, nel molo di Porto Empedocle, hanno deciso di dedicarsi alla pesca del riccio di mare, e ne avevano catturato circa un centinaio. Ma come spesso accade, dei solerti cittadini, spettatori dello scempio, hanno allertato il 113. Immediatamente sono intervenuti i poliziotti della squadra Nautica della Questura di Agrigento, che hanno bloccato i pescatori di frodo, tutti empedoclini. Gli agenti hanno rinvenuto un centinaio di ricci di mare e in base alla legge vigente è scattata la sanzione amministrativa, che è di ben 4 mila euro, poi i ricci, ancora vivi, sono stati ributtati in mare. Sono dunque costati cari i cento ricci a questi signori, che oltretutto sono rimasti con l’acquolina in bocca, visto che non li hanno neppure potuti mangiare.

Ricordiamo che a stabilire il periodo di fermo biologico è il D.M. 12 gennaio 1995 che disciplina la pesca del riccio di mare -Gazz. Uff. 25 gennaio 1995, n. 20, e prevede il divieto di raccolta e di consumo, per consentire la fecondazione e quindi la riproduzione della specie.

La pesca del riccio è vietata, sia a scopo commerciale che sportivo, pena la confisca del pescato, degli attrezzi e multe da mille a seimila euro. La raccolta di esemplari sotto misura comporta anche una denuncia penale. La taglia minima di cattura, infatti, non deve essere inferiore a 7 centimetri di diametro totale, compresi gli aculei.

Inoltre, nel restante periodo dell’anno che va dal 1° Luglio al 30 Aprile, è circoscritta ai casi di immersione e di pesca manuale, tramite asta a specchio e rastrello; i professionisti possono raccogliere fino ad un massimo di mille esemplari al giorno, gli sportivi non più di cinquanta.