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Le Terme ai privati: ma devono restare fruibili dalla cittadinanza


Ci sarebbero mire e pretese di privatizzazione del patrimonio termale di Sciacca, e questo è normale, considerato che la Regione lo ha ceduto al comune proprio per questo scopo, ma meno normale è l’ipotesi secondo cui parte del patrimonio  – le stufe sul Monte Kronio, secondo fonti – dovrebbero diventare “esclusive”, cioé con accesso riservato a pochi “eletti”, clienti di chi le vorrebbe gestire.

Le mire sul patrimonio termale sarebbero molteplici ed arriverebbero da più soggetti, tutti operatori turistico-alberghieri alcuni dei quali operanti già nell’hinterland di Sciacca. Secondo alcune voci, le terme con relativo complesso alberghiero anche dopo il bando e la gestione privata dovrebbero restare fruibili alla cittadinanza, mentre le Stufe del Monte Kronio – e forse l’albergo? – dovrebbero diventare, secono il volere di qualche privato interessato a prenderne la gestione, a sola fruizione di una ristretta cerchia di clienti – forse molto facoltosi? – facendo così delle stufe sicuramente un qualcosa di esclusivo e “per vip”, ma al contempo tagliando fuori dalla fruizione il popolo saccense.

Della questione abbiamo chiesto lumi al sindaco di Sciacca Francesca Valenti, che raggiunta da noi telefonicamente ci ha dichiarato che: “Sono totalmente all’oscuro rispetto ad eventuali pretese o “sogni” di privati sul patrimonio termale”. Tuttavia il sindaco Valenti ha anche voluto precisare: “E’ chiaro però che le modalità della gestione del patrimonio termale da affidare dovrà essere stabilito in sede di emanazione del bando.”

Da noi incalzata il sindaco ha infine voluto precisare ancora: “Secondo la volontà mia e dell’amministrazione il patrimonio termale deve restare tutto fruibile dalla cittadinanza, se diventasse troppo esclusivo potrebbe anche rappresentare un volano per l’economia, ma non si può dimenticate che tale patrimonio appartiene a Sciacca e quindi ai saccensi”.

Insomma, la presa di posizione da parte del Sindaco c’è stata, adesso non ci resta che attendere i bandi per l’affidamento del patrimonio che la Regione sta dando – “a scaglioni” – al Comune.