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Ribera. Gli esercenti di attività turistica ricettivo-alberghiera della città dicono “No all’imposta di soggiorno”


“No all’imposta di soggiorno a Ribera. L’introduzione sarebbe inutile, dannosa e priva di fondamento oggettivo. Incoraggiamo il turista a venire nel territorio anziché tassarlo”.

Chiaro il messaggio che i gestori di strutture turistiche della città di Ribera inviano alla giunta di Carmelo Pace, tramite la nota stampa che segue.

In merito alla recente deliberazione di Giunta Comunale di Ribera (AG) n.88 del 22/03/2018 (immediatamente esecutiva), avente ad oggetto: “Istituzione imposta di soggiorno – Approvazione regolamento per la disciplina dell’imposta di soggiorno”, i 6 gestori delle strutture turistico-ricettive idonee ed abilitate poiché regolarmente classificate dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento e site nel Comune di Ribera (AG), intendono chiarire la loro posizione.

Il federalismo fiscale impone agli enti locali di trovare risorse finanziarie idonee a sostenere i bilanci nelle realtà locali. In particolare l’imposta di soggiorno, secondo il D. Lgs n. 23/2011, è concepita con uno “scopo determinato” dovrebbe essere destinata a finanziare interventi in materia di turismo, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.

Il Comune di Ribera, insieme ad altri comuni agrigentini, è stato inserito nell’elenco regionale delle località turistiche con Decreto Assessoriale n. 58 del 12.10.2011 e quindi, in linea teorica, sarebbe soggetto idoneo a deliberare tale imposta che graverebbe in diversa misura e per un periodo di tempo limitato (5 notti) sui turisti pernottanti nelle strutture ricettive locali.

Passando dalla fredda teoria, ad un’analisi attenta, razionale e basata su elementi concreti e di immediato riscontro oggettivo delle condizioni del nostro territorio in riferimento al suddetto nuovo tributo, emergono forti elementi caratterizzanti la mancanza di fondamento oggettivo, la scarsa utilità economica per le casse comunali e la manifesta dannosità per le poche e regolari attività turistiche presenti ed operanti.

Basterebbe la semplice analisi della capacità ricettiva dei Comuni della Provincia di Agrigento, dove la tassa di soggiorno risulta già introdotta, per comprendere che il Comune di Ribera, nei fatti non è un Comune turistico. Questo balzello è inopportuno. Sono solo 5 ad oggi i Comuni della Provincia che hanno adottato questo provvedimento, segue schema comparativo:

Città con Tassa di Soggiorno

n. strutture turistiche*

Menfi

29

Realmonte (Scala dei Turchi)

34

Licata

36

Sciacca

68

Agrigento

242

– Ribera

6

*fonte Libero Consorzio Comunale Agrigento – Portale internet Osservatorio turistico provinciale

Oltre alla netta differenza nella quantità delle unità ricettive presenti per ogni Comune, se approfondiamo il dato sulla qualità, non possiamo non sottolineare che in tutti i Comuni elencati (tranne Ribera), sussistono diversi villaggi e Resorts con migliaia di posti letto. Quindi nei Comuni dove la tassa è stata introdotta, si tassa il turismo di massa, come è giusto che sia. C’è forse turismo di massa a Ribera? Nel dettaglio l’offerta riberese consiste in:

n.3 B&B; n.1 Hotel; n.1 Campeggio; n.1 Agriturismo.

Basta una sola struttura del Comune di Licata ad esempio, o Sciacca o anche Menfi per fare 10 volte la capacità ricettiva del Comune di Ribera!!

Quindi, soltanto 6 strutture turistiche, di cui 4 extralberghiere di piccolissime dimensioni, 1 albergo di medie dimensioni ed un campeggio, sarebbero i soggetti obbligati, nell’immediato, alla riscossione del tributo dal turista ed al trasferimento del gettito alle casse comunali. Dunque, non vi è dubbio alcuno che la capacità ricettiva del territorio di Ribera mai può giustificare l’avvio di una macchina burocratica così gravosa e penalizzante per quei pochi operatori che già con molte difficoltà cercano di portare turisti nel nostro territorio.

Non sono presenti nel territorio di Ribera catene alberghiere, Resorts, SPA e centri benessere, né tantomeno si registra un interesse nell’immediato di “colossi” del turismo. Anzi, a Ribera risulta esserci un vero e proprio deficit di posti letto in rapporto alla potenziale domanda. Come si può pensare di tassare il turista? Dovremmo piuttosto incentivare la creazione di nuovi posti letto e non tassare quei pochi esistenti.

Dai dati dell’Osservatorio turistico regionale e dalle comunicazioni ufficiali dell’Assessorato al Turismo del Libero Consorzio comunale di Agrigento è elementare dedurre che il gettito derivante, pur volendo considerare tutti i pernottamenti in questione, sottoposti alla tariffa più alta, risulterebbe irrisorio.

Pertanto non comprendiamo in qual modo l’amministrazione comunale abbia condotto un’attività istruttoria propedeutica all’istituzione del tributo. Su quali dati si è fatto fondamento? Sono stati condotti studi seri, oggettivi e scientifici sul fenomeno turistico? Esiste un documento ufficiale che giustifichi le dichiarazioni alla stampa locale del primo cittadino che quantifica il gettito in 25.000,00 euro circa? (in realtà come Sciacca si parla comunque di milioni di euro di gettito).

E poi, perché questa scarsa considerazione del primo cittadino nei confronti del turista? Sembra quasi che nella nostra città vengano dei vacanzieri per creare immondizia con i loro rifiuti anziché evidenziare che si alimenta un indotto ed un circolo economico virtuoso, seppur di modeste dimensioni rapportato a paesi vicini, che altrimenti non esisterebbe!

Il ritorno in termini economici per negozi, panifici, supermarket ed in generale per il tessuto commerciale riberese è indubbiamente maggiore del possibile costo derivante dalla presenza (ingombrante??) del turista!

In estrema sintesi, alla luce di quanto evidenziato, con l’approvazione dell’imposta di soggiorno si raggiungerebbe un triste record: Ribera sarebbe l’unico Comune d’Italia ad approvare un’imposta di soggiorno con questi risibili numeri!!

Inoltre, non si comprende perché il turista dovrebbe scegliere Ribera per le sue vacanze se i servizi offerti ed i beni archeologici, ambientali e storici sono abbandonati e privi della minima manutenzione e cura.

Siamo consapevoli che a Ribera, come, o in maggior misura, nei Comuni più “turistici”, esiste il problema del “turismo sommerso”. Vivere nel sommerso significa non solo non adempiere agli obblighi fiscali ma anche non notificare le generalità degli alloggiati alla Questura (T.U.L.P.S. e norme antiterrorismo) e non ricevere la classificazione (ex APIT) dagli organi provinciali che abilitano all’esercizio imprenditoriale dell’attività turistico ricettiva a prescindere che si tratti del piccolissimo affittacamere al Grand Hotel/Resort.

E’ assurdo voler giustificare l’introduzione di una tassa del genere oggi, con l’auspicio di una futura emersione del “turismo sommerso” domani! A maggior ragione a Ribera con numeri modestissimi. Specificatamente nel nostro territorio per turismo sommerso (basti vedere nei vari portali on line), si intendono piccoli appartamenti, seconde case e qualche villa, affittate nella maggior parte dei casi, ed a volte anche con fatica, solo nei mesi estivi e spesso ad emigrati che tornano nel proprio paese di origine per trascorrere qualche settimana.

Forse vogliamo tassare gli emigrati che ritornano in estate?

A questo punto è lecito chiedersi: quali sono le vere ragioni che sottendono la volontà della Giunta di città di approvare l’imposta di soggiorno? Cosa spinge ad accelerare l’approvazione urgente di un nuovo tributo pregno di elementi oggettivamente discutibili se non chiaramente negativi sia per l’ente locale che per il turismo locale? Certamente oggi i tempi non sono maturi per definirci una città turistica. A nostro parere, sarebbe auspicabile un’azione concertata tra l’ente locale, gli organi di controllo, le organizzazioni di categoria e le strutture ricettive presenti nel territorio (sia pienamente in regola che non) volta a rafforzare l’offerta turistica locale.

Occorre tempo e non inutile fretta, maturando i passaggi necessari ad una crescita turistica.

Forzare i tempi comprometterebbe già la stagione in corso. Come si può introdurre una tassa di soggiorno oggi con la stagione turistica già avviata, con molte prenotazioni per la stagione estiva già acquisite? Sarebbe come cambiare le regole di una partita in corso.

In conclusione, a nostro parere, introdurre una tassa di soggiorno oggi a Ribera sarebbe come mettere un casello autostradale in una trazzera di campagna! Ci aspettavamo un coinvolgimento da parte dell’Amministrazione Comunale piuttosto su come sviluppare il turismo, sui problemi e sulle cose da fare per migliorare l’esperienza del turista a Ribera. Invece non siamo nemmeno stati chiamati per partecipare ad un dibattito che chiarisse le nostre posizioni su una tematica di così rilevante importanza, come la tassa di soggiorno.

Auspichiamo che in futuro a Ribera ci siano i presupposti per l’introduzione di una Tassa di Soggiorno “congruo” alla realtà e “funzionale” alle legittime aspettative di sviluppo. Ciò sarà possibile solo dopo la stesura di un Piano strategico del turismo, armonico e coerente che determinerebbe una crescita di Ribera e delle sue Borgate. Solo in tal modo si raggiungeranno presenze turistiche importanti con relativo gettito d’imposta adeguato a giustificarne l’introduzione.

Stabiliti ruoli, piani strategici, compiti e definita la platea degli operatori turistici, alla fine e soltanto alla fine si chiuderebbe il cerchio con l’imposta di soggiorno! Non al contrario! Non si può unicamente basare l’effettiva validità del rispetto del tributo sulla repressione degli imprenditori evasori dopo l’introduzione dello stesso.

Nel territorio riberese occorre riqualificare i siti turistici ed i servizi per il turista, solo in questo modo con l’aggiunta delle “offerte sommerse” di posti letto (e regolarizzate nel tempo) ma soprattutto creando i presupposti per un incremento di nuove strutture ricettive, si possono attuare politiche che tutelino il consumatore nella scelta della giusta sistemazione e quindi si attuerebbero condotte ed azioni che garantiscano il libero mercato evitando atti di concorrenza sleale tra operatori “ufficiali” ed “occulti”. Fine ultimo saranno sia la soddisfazione del cliente turista sia dell’attività turistica alberghiera “regolare” sia un congruo e “giusto” gettito nelle casse comunali.

Ad oggi tutto questo non trova riscontro, impossibile negarlo per chiunque sia in buona fede!!

La somma di questi elementi determina il nostro giudizio negativo sull’introduzione del nuovo “balzello”, sia nel merito, sia nel metodo.

B&B “Casa degli Ulivi” Guadagna Giuseppe

B&B “Piana Grande” Quartararo Francesco

B&B “Oasi del Borgo” Di Grado Vincenzo

Hotel “Miravalle” Giallombardo Francesco

Campeggio “Kamemi” D’Azzo Calogero

Agriturismo “Tenute Piazza” Piazza Giuseppe