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Salute & Benessere. Tumore al colon: mangiare noci riduce le recidive


Salute & Benessere. Rubrica fissa su temi di interesse medico a cura del Dott. Accursio Miraglia

Tumore al colon: mangiare noci riduce le recidive

I pazienti curati per un tumore del colon dovrebbero aggiungere alla dieta quotidiana le noci, il cui consumo regolare dimezza sia il rischio di andare incontro a una recidiva che quello di morte. Va bene praticamente qualunque tipo di noce: noci, appunto, ma anche mandorle, nocciole, noci macadamia e pecan, pistacchi, anacardi e miscele. Non sono utili, invece, le arachidi e i prodotti derivati come il burro, che non sembrano esercitare lo stesso effetto preventivo, forse perché sono legumi, e in quanto tali seguono vie metaboliche diverse.

Le noci, è noto da tempo, proteggono dall’obesità, dalla resistenza all’insulina, dal diabete di tipo 2 e dalle malattie cardiovascolari. Adesso i ricercatori del Dana Farber Cancer Center di Boston hanno voluto verificare se potessero avere o meno un ruolo protettivo anche nei confronti dei tumori.

È stato così verificata l’esistenza di un nesso tra consumo e andamento della malattia in un campione di oltre 800 malati, tutti operati o sottoposti a una cura farmacologica per un carcinoma del colon in stadio III, a rischio di recidiva.

È stato così scoperto – i dati dettagliati saranno presentati all’imminente congresso dell’American Society for Clinical Oncology, in programma dal 2 giugno a Chicago – che a un consumo medio di due once settimanali, pari a circa 56 grammi (una noce sgusciata intera ne pesa circa 5) corrisponde una diminuzione del rischio di recidive del 42% e di morte del 57% rispetto a chi non mangia noci; se poi si guardano i dati relativi alle sole noci provenienti da alberi – cioè si escludono le noccioline – i valori sulle recidive salgono ulteriormente: 46% in meno, mentre quello sulla mortalità scende, ma di poco: meno 53%.

L’effetto resta evidente anche dopo aver inserito una serie di elementi correttivi, e sembra dunque legato davvero alle noci e simili, soprattutto se provenienti da alberi. I prossimi passi del gruppo di ricercatori saranno cercare di capire con quale meccanismo si esplichi l’azione protettiva, se vi siano effetti diversi nei differenti stadi di malattia e, soprattutto, condurre uno studio randomizzato con l’inserimento dei quantitativi e dei tipi di noci da preferire.